L'idea che aiutare una categoria di minoranza (come ad esempio gli omosessuali, gli immigrati, le donne negli ambienti di lavoro etc.) voglia dire favorirla si basa su un assunto di base sbagliato: ovvero, che partiamo tutti dallo stesso punto.
Che, come membri di certi gruppi, abbiamo tutti le stesse possibilità, gli stessi diritti garantiti e la stessa protezione.
Ma non è così.
La vita è più facie come maschio bianco ed eterosessuale, generalmente parlando.
E nessuno sta dicendo che i maschi bianchi ed etero hanno una vita perfetta o non abbiano problemi.
Ma non sono solitamente problemi di categoria, quanto individuali.
O legati all'appartenenza ad altre categorie con dei problemi.
Ad esempio, essere giovani è spesso difficile in italia, al momento.
Per la crisi, la disoccupazione etc.
Come giovani, condividiamo in molti certi travagli.
Ma quand'è l'ultima volta che un uomo è stato pagato meno in quanto uomo, rispetto alle sue colleghe donne? Quanto è diffuso?
Quanto spesso vi hanno detto bianco di merda sull'autobus?
Quanto spesso qualcuno è stato vittima di bullismo o malmenato in quanto etero, a scuola?
Si parla di questo. Si parla di riconoscere che molti di noi fanno parte di una maggioranza
generalmente più privilegiata.
E che dare aiuto ad altre categorie meno privilegiate o discriminate non è favorirle, è cercare di
pareggiare i conti. Di rimetterci tutti allo stesso livello.
Con questo non dico che tutti i metodi per farlo siano perfetti.
Cose come le quote rosa o aumentare la rappresentazione di certe categorie in film e serie TV
(introducendo personaggi neri o gay o cambiando sesso e etnicità di personaggi preesistenti) non
sono soluzioni perfette, per esempio.
Trattano i sintomi, non il problema.
Perché il problema è strutturale e sistemico, nella nostra società.
Ma va capito e riconosciuto che questo tipo di azioni avvengono proprio perché C'E' questa disparità iniziale.
Non per via di una fantomatica lobby di donne omosessuali di colore che porta avanti la propria egemonia.
Non possiamo fare finta che sia una bugia, questa disparità.
Oggi voglio parlare di informazione. Mi sembra che molte persone operino in base al principio che le notizie che leggono siano "i fatti". Peggio ancora, che i giornali si prodighino con il solo scopo di riportare i fatti. Beh, è ovvio, dirà qualcuno. Ma no, questo è un errore. I giornali non sono fredde fotografie della realtà. Nel momento in cui una cosa viene riportata da una persona, diventa un'interpretazione. Ovviamente c'è giornale e giornale, giornalista e giornalista. I migliori cercano di essere i più obbiettivi possibili. Ma questo è il concetto cruciale: i più obbiettivi possibili . L'informazione non è neutra e di certo non lo sono i lettori. Esiste una branca della psicologia sociale chiamata psicologia discorsiva, in inglese discursive psychology . L'assunto alla base di questa branca è che il linguaggio, l'espressione e la scrittura portino inevitabilmente con sé il punto di vista di chi li utilizza. I valori, il credo, i pregiudizi.
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