Lo so, può sembrare un pensiero ovvio.
Ma le implicazioni di tale considerazione sono in realtà intrinsecamente deprimenti, quasi devastanti.
Possiamo trovare persone con cui abbiamo grandissima intesa. Partner, amici, familiari. Autori che ci stanno a cuore e le loro creazioni.
Ma in vita mia non ho mai incontrato una sola persona con cui l'intesa e l'accordo fossero totali. Né sulle grandi questioni, né sulle stupidaggini.
Figuratevi, è già grasso che cola se c'è molta intesa con un altro essere umano. Siamo fortunati se abbiamo un partner che ci capisce e apprezza o amici che ti accettano per come sei o familiari che ti conoscono a fondo e ti amano lo stesso.
Di mio sono molto fortunato, ho grande intesa con queste persone.
Non posso però fare a meno di essere triste nel constatare che su certe cose, certe questioni importanti, ci sono differenze tra me e chi amo e rispetto. A volte sfumature, a volte differenze concettuali notevoli.
Persone che ami e stimi a volte dicono cose che sono troppo aliene dal tuo modo di pensare. E, ancora peggio, sembrano aliene alla visione che hai sempre avuto di quella persona.
A me piace pensare che a volte le persone a cui voglio bene abbiano idee che sono indegne di loro, che queste idee non sono davvero radicate. Che, se si arrivasse ad attuare certe idee, non lo farebbero.
Ma quelle idee rimangono e io le odio.
Odio sentir parlare di pena di morte in chiave positiva, ad esempio.
Odio sentir parlare di uccidere le persone che odiamo, sono contro e lo sarò sempre.
Odio sentir dire che prima bisogna pensare a sé stessi e poi agli altri, perché è normale. Lo odio sia attuato alla vita individuale che ad un popolo (del tipo "prima il governo dovrebbe pensare gli italiani").
Odio sentir dire che "le donne sono così" e altri luoghi comuni del genere.
Odio la superstizione, la religione, le cazzate new age, l'oroscopo e ogni cosa che, secondo me, danneggia il raziocino e porta le persone ad essere guidate dalla paura e dal pregiudizio.
Penso che il mondo sarebbe meglio senza queste idee e che le persone che amo, che stimo e che mi piacciono sarebbero meglio se non le pensassero o citassero. Che sia per un istante o per una convinzione profonda
Ma il mondo e le persone non vivono per me, non vivono per allinearsi con la mia personale e altrettanto soggettiva visione delle cose.
E ovviamente sono certo che anche delle cose che dico o penso io creano simile sconforto, momentaneo o meno, negli altri.
Quindi, come tutti, devo accettare queste differenze.
Discuterne, confrontarmi con loro, ma non farmi abbattere dalla consapevolezza che, su certe cose, quell'intesa si sgretola.
Che, quando si tratta di una sintonia totale e profonda sulle grandi questioni del mondo e della vita, siamo tutti soli, nel profondo.
Soli contro l'assurdità del mondo.
E ognuno cerca di dargli il senso che può.
Come ho detto all'inizio, in realtà tutto questo è ovvio.
Come è ovvio il fatto che un giorno moriremo. O che moriranno le persone che amiamo.
Ma anche se è ovvio, a me continua a sembrare devastante.
Ma le implicazioni di tale considerazione sono in realtà intrinsecamente deprimenti, quasi devastanti.
Possiamo trovare persone con cui abbiamo grandissima intesa. Partner, amici, familiari. Autori che ci stanno a cuore e le loro creazioni.
Ma in vita mia non ho mai incontrato una sola persona con cui l'intesa e l'accordo fossero totali. Né sulle grandi questioni, né sulle stupidaggini.
Figuratevi, è già grasso che cola se c'è molta intesa con un altro essere umano. Siamo fortunati se abbiamo un partner che ci capisce e apprezza o amici che ti accettano per come sei o familiari che ti conoscono a fondo e ti amano lo stesso.
Di mio sono molto fortunato, ho grande intesa con queste persone.
Non posso però fare a meno di essere triste nel constatare che su certe cose, certe questioni importanti, ci sono differenze tra me e chi amo e rispetto. A volte sfumature, a volte differenze concettuali notevoli.
Persone che ami e stimi a volte dicono cose che sono troppo aliene dal tuo modo di pensare. E, ancora peggio, sembrano aliene alla visione che hai sempre avuto di quella persona.
A me piace pensare che a volte le persone a cui voglio bene abbiano idee che sono indegne di loro, che queste idee non sono davvero radicate. Che, se si arrivasse ad attuare certe idee, non lo farebbero.
Ma quelle idee rimangono e io le odio.
Odio sentir parlare di pena di morte in chiave positiva, ad esempio.
Odio sentir parlare di uccidere le persone che odiamo, sono contro e lo sarò sempre.
Odio sentir dire che prima bisogna pensare a sé stessi e poi agli altri, perché è normale. Lo odio sia attuato alla vita individuale che ad un popolo (del tipo "prima il governo dovrebbe pensare gli italiani").
Odio sentir dire che "le donne sono così" e altri luoghi comuni del genere.
Odio la superstizione, la religione, le cazzate new age, l'oroscopo e ogni cosa che, secondo me, danneggia il raziocino e porta le persone ad essere guidate dalla paura e dal pregiudizio.
Penso che il mondo sarebbe meglio senza queste idee e che le persone che amo, che stimo e che mi piacciono sarebbero meglio se non le pensassero o citassero. Che sia per un istante o per una convinzione profonda
Ma il mondo e le persone non vivono per me, non vivono per allinearsi con la mia personale e altrettanto soggettiva visione delle cose.
E ovviamente sono certo che anche delle cose che dico o penso io creano simile sconforto, momentaneo o meno, negli altri.
Quindi, come tutti, devo accettare queste differenze.
Discuterne, confrontarmi con loro, ma non farmi abbattere dalla consapevolezza che, su certe cose, quell'intesa si sgretola.
Che, quando si tratta di una sintonia totale e profonda sulle grandi questioni del mondo e della vita, siamo tutti soli, nel profondo.
Soli contro l'assurdità del mondo.
E ognuno cerca di dargli il senso che può.
Come ho detto all'inizio, in realtà tutto questo è ovvio.
Come è ovvio il fatto che un giorno moriremo. O che moriranno le persone che amiamo.
Ma anche se è ovvio, a me continua a sembrare devastante.
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